Riceviamo e pubblichiamo nota stampa dei genitori dei bambini affetti da spettro autistico, che hanno manifestato nei giorni scorsi all’Asl di Caserta.
A pochi giorni dalla manifestazione tenutasi alla sede centrale dell’ASL di Caserta, la situazione resta pressoché invariata, se non peggiorata.
Continuano le telefonate da parte dei distretti ASL alle famiglie dei bambini 0-6,11 mesi per incentivarli, frettolosamente, utilizzando anche toni piuttosto minacciosi, a spostarsi nei centri accreditati. Centri che fino a venerdì scorso non avevano disponibilità o, a detta di alcuni genitori, non avrebbero mai erogato trattamenti in ABA (Analisi Applicata del Comportamento); invece, oggi, come per magia rispondono dando disponibilità alla presa in carico dei bambini per il trattamento ABA.
Ebbene, in meno di sette giorni sono spuntati dal nulla esperienza in ABA e squadre di professionisti pronti alla presa in carico, situazione, fra l’altro conosciuta dall’ASL che intima alle famiglie di richiamare i centri “poiché oggi di sicuro hanno la disponibilità, rispetto alla settimana scorsa”. La situazione territoriale è ben conosciuta dai genitori dei bambini autistici, scappati mesi fa dagli stessi centri accreditati poiché non offrivano un servizio specialistico adeguato a questa presa in carico complessa. Infatti una sentenza del consiglio di Stato, recentissima, afferma proprio che la presa in carico dei bambini autistici si configura come complessa e data dall’unisono di vari aspetti, considerati di primaria necessità, per le famiglie e i soggetti con autismo, non per ultima l’importanza di lavorare nei contesti di vita e sociali.
La prevalenza Sanitaria descritta dall’ASL di Caserta e trattata dai centri accreditati privati, dovrebbe configurarsi con una presa in carico a prevalenza Ambulatoriale, vista la natura per la quale gli stessi centri nascono e il dubbio e il paradosso nasce proprio dal fatto che bambini così piccolini (0-6,11 mesi) potrebbero trovarsi a ricevere la maggior parte dei trattamenti ABA tra le mura dei centri accreditati piuttosto che in ambienti sociali così come finora erogato dagli enti presenti nella short list Ponte dell’Azienda, anche perché viene chiesto ai centri accreditati dall’Azienda di rispettare le CCOOMM (capacità operative massime autorizzate dalla regione) e nell’equazioni delle capacità operative confluisce anche il numero di stanze presenti in struttura.
Altro argomento che per il momento si tenta di eludere, è l’argomento numero di ore di trattamento; attualmente la media del numero di ore è di 15 ore settimanali, in base alla valutazione del Neuropsichiatra dell’ASL e al profilo di funzionamento del bambino. Tale monte ore è suddiviso prevalentemente fra casa e scuola, ma con la Delibera N131/21 della Regione Campania, si assisterà ad una riduzione in base alle fasce d’età dei bambini così suddivise: 0-6 e 11 mesi 12 ore settimanali, 7-13 e 11 mesi 8 ore settimanali e 14-17 e 11 mesi 4 ore settimanali.
Quindi l’Azienda sta promuovendo il passaggio dei bambini 0-6 e 11 mesi ai centri accreditati per poi procedere con l’attuazione della 131/21 adeguando il numero di ore in base all’età anagrafica.
Da qui il disorientamento e lo sconforto delle famiglie che fino ad oggi hanno visto notevoli progressi dei figli. Sempre più famiglie denunciano intraprendono strade legali contro l’ASL che fino a qualche anno fa era il modello da seguire in tutta Italia.
C’è tanto su cui riflettere, ma speriamo che l’Asl Caserta si ravveda e continui a garantire gli standard fino ad oggi mantenuti, garantendo almeno alle famiglie già in carico la continuità nel centro, cooperativa o associazione, che la stessa ASL fino a qualche tempo fa, ha dato occasione di scegliere liberamente al genitore.