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Lotta all’osteoporosi, nuovo traguardo al Moscati di Aversa

Presso l’Ospedale “Moscati” di Aversa dell’A.S.L. di Caserta sono state eseguite le prime due procedure in Italia di “osteo-enhancement” femorale, tecnica innovativa rivelatasi, così come attestato da recenti studi scientifici, prodigiosa nella lotta all’osteoporosi e nella prevenzione delle fratture da fragilità.

Nell’ospitare presso il reparto di Ortopedia i Medici fondatori della tecnica, il Direttore dello stesso, Dott. Achille Pellegrino, unitamente al Dirigente Medico Dott. Mario Paracuollo e tutto lo staff infermieristico e parasanitario del reparto e della sala operatoria, ha eseguito la innovativa procedura su due pazienti anziane affette da severa osteoporosi e già colpite da frattura di femore unilaterale.

Tale tecnica chirurgica, approvata dall’E.M.A. e già adottata da diversi paesi europei, prevede l’iniezione nel femore di soggetti ad altissimo rischio di frattura di un sostituto osseo, noto con l’acronimo AGN1, composto da una miscela di calcio e fosforo, capace di integrarsi alle trabecole ossee, e garantire un rapido aumento della resistenza scheletrica ai traumi ed una stimolazione alla rigenerazione ossea. Gli studi clinici in corso su tale prodotto dimostrano un tasso di prevenzione verso fratture di femore pressoché doppio rispetto a quello ottenuto con la sola terapia farmacologica.

I potenziali vantaggi di una tale innovativa procedura sono rilevanti nella lotta all’osteoporosi e alle fratture da essa dipese, fratture note come “fratture da fragilità” che possono colpire circa 1 uomo su 5 ed 1 donna su 3 di età superiore ai 50 anni. Nella fattispecie le fratture del collo femore nell’anziano sono molto rischiose perché associate ad una mortalità del 15-25% a 1 anno dall’evento traumatico.

La recente adozione nell’Unità Ortopedica della metodica diagnostica D.E.X.A. per lo screening e la diagnosi dell’osteoporosi permetterà in futuro di individuare pazienti “fragili”, possibilmente prima dell’insorgenza di un evento fratturativo maggiore da debolezza scheletrica, da inserire in percorso multidisciplinari di gestione terapeutica e, ove necessario, da sottoporre alla su citata metodica di “osteo-enhancement” con l’obiettivo ultimo di prevenire nuove fratture da “fragilità” e ridurre l’incidenza e la mortalità di una tale epidemia silenziosa di osteoporosi.

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