Caserta. “Non si possono spendere risorse provenienti da fondi PNNR per costruire ex novo ospedali e case di comunità, senza sapere i tempi di costruzione e chi ci andrà a riempirli di contenuti, e soprattutto senza ricordare che sarebbe il caso di spendere fondi per il completamento del Policlinico di Caserta o per la ristrutturazione degli ospedali già esistenti”. Lo afferma Giulio Liberatore, ex direttore sanitario dell’ospedale di Caserta e attuale vice-presidente nazionale dell’Anaao Assomed, la maggiore associazione sindacale dei dirigenti medici e sanitari, che interviene sulla questione del nuovo ospedale di comunità e della nuova casa di comunità dell’Asl di Caserta, che dovrebbero sorgere nella zona sud della città, dove è già in costruzione da 20 anni il Policlinico Universitario, il cui cantiere è in vendita – i lavori procedono a rilento – per i problemi finanziari della società che lo stava realizzando, Condotte Spa.
È di ieri la firma dell’accordo tra il Comune di Caserta e l’Asl per la cessione in comodato d’uso gratuito da parte dell’amministrazione comunale all’azienda sanitaria di un terreno nel quartiere Acquaviva dove saranno realizzate le due nuove strutture sanitarie di comunità. Una decisione che, secondo Liberatore, non va nella direzione giusta, perché i fondi dovrebbero essere utilizzati per ultimare il costruendo Policlinico.
Liberatore è inoltre fortemente critico anche con la recente delibera della Asl Caserta di approvazione dell’atto aziendale, passo propedeutico alla adozione del piano ospedaliero da parte della regione Campania; la strategia Asl per il territorio non colmerebbe infatti le gravi lacune di servizi, specie quelli di emergenza-urgenza, lamentati da parecchi sindaci, dal Matesino all’agro aversano, dall’area di Maddaloni a Santa Maria Capua Vetere; per quest’ultima già nove sindaci nei giorni scorsi hanno protestato chiedendo la riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale Melorio.
“Interi territori delle zone interne – denuncia Liberatore – sono costretti a rinunciare a servizi essenziali, in particolare quelli in regime di emergenza urgenza, mentre ve ne sono altri, penso Marcianise e Sessa Aurunca, dove è stato recuperato il Dea di primo livello (Dipartimento emergenza e accettazione, ndr) e non sono stati depauperati servizi essenziali. La sanità deve essere gestita in modo uniforme sul territorio”. “Registriamo – aggiunge Liberatore – tante dimissioni dai pronto soccorso dei presidi casertani in misura anche maggiore della media nazionale, e per esplicita ammissione della stessa direzione sanitaria della ASL, alla procedura selettiva per la riapertura per esempio dei Pronto Soccorso di Santa Maria Capua Vetere e Maddaloni, non si presenta nessuno.
L’Anaao Assomed ha chiesto al sindaco di Caserta, nella sua qualità di presidente del comitato di indirizzo dell’Asl ed al sindaco di Piedimonte Matese, nella qualità di componente dello stesso comitato, di intervenire sul tema dichiarandosi disponibile ad incontri successivi”.
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