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Sicurezza cure e corretta identificazione del paziente: Confintesa Sanità chiede il braccialetto identificativo

Caserta. Confintesa Sanità al fine di tutelare i lavoratori dell’ospedale di Caserta e consentire loro di poter svolgere la propria attività in sicurezza e garantire le cure più appropriate ai cittadini che usufruiscono dei servizi sanitari, pone all’attenzione della dirigenza del Sant’Anna e San Sebastiano la considerazione di immettere nel processo di degenza “validi strumenti, quali i braccialetti identificativi, che consentano la corretta identificazione del paziente” ritenendo “fondamentale per garantire la sicurezza del paziente, rientrante negli Obiettivi Internazionali per la Sicurezza del Paziente (IPSG) prescritti dal Ministero della Salute.”

Per Gennaro Pascale di Confintesa Sanità Caserta bisogna “intervenire con urgenza per la definizione di una procedura aziendale per la corretta identificazione del paziente in ogni contesto di cura, che sia coerente con i dettati normativi e le raccomandazioni scientifiche, e che preveda – il braccialetto – oltre le misure già previste“. Inoltre aggiunge il sindacalista che “Il braccialetto identificativo deve contenere informazioni capaci di riconoscere in maniera univoca il paziente (cognome e nome, data e luogo di nascita, genere, reparto di ricovero etc.) e deve essere accompagnato da procedure di identificazione attiva, che coinvolgano sia l’operatore che il paziente“.

Gli errori di identificazione – continua la nota del sindacato – rappresentano un importante problema in ambito sanitario, poiché possono verificarsi in tutte le fasi di diagnosi o trattamento e sottendono rischi, che possono provocare anche gravi danni al paziente, soprattutto in particolari momenti critici del processo di cura. La verifica dell’identità del paziente deve essere realizzata prima di ogni processo clinico assistenziale, sia esso diagnostico, terapeutico, riabilitativo o di altro tipo. Tutti gli operatori sanitari, nel corso di qualsiasi attività legata alla corretta identificazione del paziente e finalizzata alla sicurezza dell’erogazione delle prestazioni sanitarie, devono rispettare il corretto trattamento dei dati personali, come sancito dalla normativa in materia” perchè “in tutti i percorsi assistenziali, la corretta identificazione della persona assistita rappresenta il primo irrinunciabile atto della prestazione sanitaria“.

Purtroppo all’interno del nosocomio casertano, spesso “riscontriamo metodologie d’identificazione del paziente errate, rischiose sia per gli operatori sanitari che per i pazienti: non è più ammissibile infatti che il paziente, in qualsiasi stato di salute esso si trovi, debba essere identificato mediante un numero o un foglio, applicato a barella/letto, sul quale vengano visibilmente riportati i suoi dati anagrafici, violando ogni tipo di norma in materia di privacy. La regolamentazione di tale processo d’identificazione del paziente, ad oggi non rientra in alcuna programmazione strategica aziendale, e sembrerebbe non rientrare in alcuna programmazione futura fino al 2025“.

Redazione

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