Da Napoli arriva una notizia incredibile, quella di un intervento clamoroso a un uomo che viveva con parte dell’intestino nel gluteo e altra nella gamba.
Ancora una volta la chirurgia italiana si dimostra all’avanguardia e in grado di riuscire a trovare soluzioni a situazioni tragiche.
L’operazione si è svolta all’ospedale Monaldi di Napoli, che ancora una volta si dimostra eccellenza in campo medico a livello nazionale e non solo. A coordinare l’equipe dell’intervento è stato il dottor Diego Cuccurullo che aveva dalla sua parte una folta schiera di specialisti impiegati in differenti campi di competenza, mettendo a disposizione dell’assistito dei risultati vicini alla perfezione del possibile.
Anche perché il 74enne si era presentato in condizioni davvero al limite che hanno fatto temere non solo per la qualità della sua vita, ma proprio per il rischio di vederla totalmente compromessa. L’intervento è riuscito alla perfezione, anche se è durato molto e non è stato per niente semplice. E ancora una volta siamo riusciti a dimostrare l’eccellenza delle nostre strutture e la validità dei nostri professionisti.
Viveva con l’intestino tra gluteo e gamba, l’intervento miracoloso
Possiamo parlare di certo di intervento miracoloso per il 47enne che al Monaldi di Napoli si è sottoposto a un delicato intervento. Il problema del ragazzo si era verificato dopo un brutto incidente che aveva lacerato la sua parete addominale, facendo fuoriuscire totalmente l’intestino.
Erano stati diversi gli istituti a parlare di inoperabilità per il paziente che sarebbe dovuto rimanere così perché caso troppo complesso. Così l’uomo era costretto a una qualità della vita davvero pessima, senza riuscire a fare anche operazioni semplicissime e quotidiane.
Lo stesso responsabile dell’equipe, Diego Cuccurullo, ha specificato: “L’intervento è stato estremamente innovativo e ha fuso tre tecniche differenti. Si è partiti dalla hug technique, un abbraccio prolungato per riportare gli organi nell’addome. Si è poi passati all’impianto di un dispositivo speciale per trazionare e infine si è deciso di stringere e allungare le fasce addominali concludendo con la tecnica di “Madrid” per ricostruire la parete addominale”.
Il professore ha poi concluso: “Quando il paziente è arrivato alla nostra osservazione lo abbiamo sottoposto a indagini diagnostiche approfondite e, alla Tac, ci siamo resi conto che la cavità addominale era completamente svuotata nelle viscere. L’intestino non era più nella sua sede naturale, ma abbiamo ritenuto possibile una correzione chirurgica con un intervento unico nel suo genere. Lo Stretto Abbraccio a Madrid per la fusione delle sue tecniche”.