Sai perché da bambino ti hanno sempre detto di non trattenere lo starnuto? Le conseguenze possono essere serie

Al fine di evitare conseguenze gravi per il nostro organismo è sempre bene non trattenere uno starnuto e lasciare che questo fuoriesca senza alcuna ostruzione.

A tutti è capitato di sentire l’impulso irrefrenabile di starnutire mentre si era in pubblico e di aver provato un pizzico di imbarazzo il momento immediatamente successivo perché, inevitabilmente, questo aveva attirato l’attenzione di tutti i presenti. Si tratta di un meccanismo naturale e incontrollabile, dunque non c’è nulla di cui vergognarsi, eppure se ne farebbe volentieri a meno.

Sin da piccoli inoltre ci è stato insegnato a non trattenere lo starnuto, un insegnamento che spesso viene tramandato di generazione in generazione senza che se ne conosca il motivo. La ragione però c’è ed è anche abbastanza importante perché trattenere uno starnuto non fa bene al nostro organismo e in casi rari potrebbe causare problematiche ben più serie che un semplice imbarazzo.

D’altronde se si tratta di un meccanismo automatico che il nostro corpo applica in determinate circostanze non è casuale, lo starnuto, al pari della tosse, è un meccanismo di difesa che si attiva per proteggere l’organismo dalla presenza di agenti esterni che possono essere pericolosi – polvere, batteri e allergeni – e causare una reazione allergica o un infezione.

Come funzionano gli starnuti e per quale ragione non bisogna mai trattenerli

Come abbiamo accennato sopra, lo starnuto è un meccanismo di difesa delle vie aeree che serve ad eliminare la presenza di corpi estranei dal naso e dalle vie respiratorie prima che possano diventare pericolose per l’organismo. Tanto basta per fare capire il perché non abbia senso trattenere uno starnuto, ma le conseguenze possono essere più gravi della semplice permanenza del corpo estraneo.

Ragazza che starnutisce
Come funzionano gli starnuti e per quale ragione non bisogna mai trattenerli – casertanotizie.com

In pratica il nostro naso possiede delle terminazioni nervose che sono deputate a rintracciare la presenza di corpi estranei potenzialmente dannosi per l’organismo e di segnalarlo a centri del cervello deputati alla protezione del corpo. Una volta rintracciato l’invasore, il nervo trigemino invia un segnale al cervello, il quale mette in funzione polmoni, diaframma e altri muscoli addominali al fine di dare vita ad una serie di azioni involontarie tese ad eliminare rapidamente la minaccia.

La prima azione è un ispirazione (più o meno profonda) per incamerare aria, una volta fatto si chiude la glottide per separare la faringe dalle altre vie respiratorie. In questa fase la pressione interna ai polmoni aumenta finché non si riapre la glottide al fine di espellere il più velocemente possibile i corpi estranei con un getto violento di aria (lo starnuto appunto).

Trattenere questo getto d’aria improvviso e violento comporta la ridistribuzione dell’aria precedentemente incamerata e un aumento della pressione all’interno del corpo che può causare danni. Tra le possibili conseguenze c’è la difficoltà di afflusso di sangue al torace, l’aumento della pressione venosa, la creazione di microfratture orbitali o intracraniche, ma anche problemi non cardiovascolari come un piccolo collasso del polmone, frattura delle costole o un enfisema sottocutaneo.

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