Sentirsi sempre in colpa: succede anche a te? Ecco perché accade e cosa si nasconde dietro questo a questo atteggiamento
La nostra mente è un luogo incredibile. Ogni giorno elabora migliaia di pensieri, prende decisioni, immagazzina ricordi e regola le nostre emozioni. Sembra quasi una macchina perfetta, sempre attiva, sempre presente. Eppure, per quanto ci piaccia credere di avere il controllo totale sui nostri pensieri e sulle nostre reazioni, la verità è che spesso la mente prende strade che nemmeno ci rendiamo conto di percorrere.
Hai mai provato a dirti: “Da oggi non ci penserò più” e poi, qualche ora dopo, ti sei ritrovato esattamente nello stesso pensiero, come se fosse una calamita? Oppure hai mai reagito in un modo che non volevi, magari scattando per un nonnulla o sentendoti in colpa per qualcosa di insignificante? Questo succede perché la nostra mente è fatta di schemi, di associazioni profonde che affondano le radici nell’infanzia, nelle esperienze e nel modo in cui siamo stati abituati a interpretare il mondo.
Il senso di colpa è uno di quegli stati d’animo che si insinuano silenziosamente e che, una volta entrati, fanno fatica a uscire. Spesso non ci accorgiamo neppure che è lui a guidare certe nostre scelte, a farci sentire in dovere di giustificare ogni azione, a convincerci che abbiamo sbagliato anche quando non c’è un vero motivo per pensarlo. Ma perché succede? E soprattutto: come possiamo liberarci di questo peso inutile?
Molte delle nostre emozioni non nascono dal nulla, ma vengono modellate nel tempo da fattori esterni. Fin da piccoli impariamo che certi comportamenti sono “giusti” e altri “sbagliati”. Se siamo stati educati in un ambiente dove ci veniva ripetuto di “non deludere nessuno”, “non dare problemi”, “fare sempre la cosa giusta”, è probabile che il nostro cervello abbia sviluppato un forte senso di responsabilità, spesso accompagnato da una certa rigidità nel giudicare noi stessi.
Di conseguenza se anche solo percepiamo di aver fatto qualcosa che potrebbe aver infastidito qualcuno, scatta immediatamente la sensazione di aver sbagliato. E così ci sentiamo in colpa per aver detto “no”, per aver dato priorità ai nostri bisogni o persino per aver provato emozioni che ci sembrano “sbagliate”.
Chi tende al perfezionismo spesso lotta con il senso di colpa. Perché? Perché vuole fare tutto nel miglior modo possibile, senza margine di errore. E quando, inevitabilmente, qualcosa non va come previsto, la prima reazione è autoaccusarsi: “Se avessi fatto meglio, non sarebbe successo”, “Ho rovinato tutto”, “Non sono abbastanza bravo”.
Questo atteggiamento non solo è estenuante, ma è anche irrealistico. Nessuno può controllare tutto, e commettere errori è parte del processo di crescita. Il problema è che chi è abituato a standard altissimi non riesce a perdonarsi facilmente, trasformando ogni piccolo passo falso in una condanna personale.
Essere empatici è una grande qualità, ma quando diventa eccessiva, può trasformarsi in un problema. Alcune persone si caricano sulle spalle il peso delle emozioni altrui, sentendosi in dovere di garantire il benessere degli altri anche a scapito del proprio.
Se un amico è triste, si chiedono se è colpa loro. Se qualcuno non risponde a un messaggio, iniziano a rimuginare su cosa possano aver fatto di sbagliato. Questo meccanismo porta a un senso di colpa costante, anche in situazioni dove non c’è alcun motivo reale per sentirsi responsabili.
La prima cosa da fare è ascoltare il modo in cui ti parli. Sei troppo severo con te stesso? Ti colpevolizzi per cose che, se accadessero a qualcun altro, non giudicheresti affatto un problema? Prova a trattarti con più gentilezza, come faresti con un amico.
Quando senti il peso della colpa, scrivi nero su bianco il motivo per cui ti senti così. Poi chiediti: “È davvero così grave?”, “Qualcuno al mio posto si sentirebbe così?”, “Questo errore definisce davvero chi sono?“. Spesso, quando portiamo i nostri pensieri fuori dalla testa, ci accorgiamo di quanto siano esagerati.
Se il senso di colpa arriva ogni volta che metti un confine, è il momento di rivedere il concetto di responsabilità. Non sei responsabile delle reazioni degli altri. Dire di no non significa essere egoisti, significa prendersi cura di sé.
A volte il senso di colpa persiste semplicemente perché ci siamo abituati a sentirlo. Imparare a lasciarlo andare richiede pratica. Quando senti che sta arrivando, fai un respiro profondo e ricorda: non tutto è sotto il tuo controllo e non devi essere perfetto per essere una buona persona.
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