Caserta. La Cisl Funzione Pubblica della Campania chiede “alle Asl e alle aziende ospedaliere della regione l’accesso agli atti per conoscere le attività svolte in regime ordinario e in intramoenia, con le relative somme erogate, per l’abbattimento delle liste d’attesa“. E – “si vede rispondere dall’azienda di Caserta, che sottolinea, richiamando l’art. 24 della legge 241, la non ammissibilità delle “istanze preordinate ad un controllo generalizzato dell’operato delle pubbliche amministrazioni“. A cui Lorenzo Medici, leader della federazione, replica piccato: “E chi mette in dubbio il lavoro svolto dalle Asl? E’ vero il contrario. Proprio per dimostrare che non è mai stata questa la nostra intenzione, ci siamo limitati a porre una serie di quesiti, certi che dalle notizie che sarebbero arrivate, avremmo avuto un quadro preciso della situazione, necessario per individuare le soluzioni giuste e le priorità da affrontare per superare una volta e per sempre questo ancestrale dramma delle liste d’attesa che nella regione ci portiamo appresso da anni, con tutte le conseguenze che i ritardi provocano sulla salute dei cittadini. La nota dell’azienda ci preoccupa, perché ci fa capire che non c’è democrazia. Siamo al regime, al classico ordinamento con tendenze autoritarie“.
La Cisl FP esprime forti perplessità nel merito, definendo “tignoso” sul piano argomentativo il “modus operandi” dell’azienda. “Ci viene detto – ricorda il segretario generale della categoria – che non c’è una specifica richiesta del singolo atto. Ma, come abbiamo formalmente replicato, non ci serve solo un documento, bensì tutti quelli connessi strettamente alla lunghezza delle liste per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Addirittura la direzione accusa che saremmo privi della legittimazione necessaria per azionare l’interesse qualificato tutelato dall’ordinamento.
Forse quelli che scrivono non sanno che per legge abbiamo la rappresentanza la tutela anche giuridica dei lavoratori, e la Cisl Fp più degli altri in quanto di gran lunga primo sindacato di comparto in Campania. E poi ci ricordano che l’accesso agli atti deve avere ad oggetto una specifica documentazione in possesso dell’amministrazione. Ci auguriamo di essere davanti ad un mero errore di scrittura, perché respingiamo a priori l’ipotesi che l’Asl non sappia quanti soldi sono stati finalizzati all’abbattimento delle liste, quanta attività ordinaria è stata svolta e quanta in intramoenia, quanto e quale personale è stato utilizzato.
Questo – conclude Medici – abbiamo chiesto e aspettiamo di sapere, e se non ce lo diranno ci rivolgeremo al magistrato, perché vogliamo continuare a difendere con forza il diritto dei lavoratori e dei cittadini alla salute, il bene più prezioso esistente, che nessuna alchimia burocratica potrà mai mettere in discussione“.