Caserta (di Massimo Malatesta). Il Codice Leuciano: ricordare i diritti attraverso il cinema è il titolo del progetto che il Liceo Artistico Statale “San Leucio”, guidato dalla dirigente dott.ssa Immacolata Nespoli, ha visto finanziato nell’ambito del bando CIPS – Il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione promosso da MiC – Ministero della Cultura e MIM – Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il progetto è coordinato appunto dalla scuola capofila Liceo Artistico Statale “San Leucio” di Caserta con la sua Dirigente scolastica, e dal Responsabile Scientifico, Prof.ssa Angela Capasso, partner l’Istituto Comprensivo CAPOL. D.D. di San Nicola la Strada guidato dalla Prof.ssa Patrizia Merola e l’Istituto Comprensivo Statale “Collecini – Giovanni XXIII” San Leucio – Castel Morrone guidato dal Prof. Antonio Varriale.
Si basa sulla politica socialista di Ferdinando IV di Borbone e della Costituzione di San Leucio, ispirata ai principi di uguaglianza, solidarietà, previdenza sociale e diritti umani. A 200 anni da questo esperimento sociale innovativo e pioneristico, l’arte e il linguaggio audio-visivo diventano strumento di conoscenza, di comunicazione e di relazione con la comunità del luogo. Per immaginare una nuova società che non è stata utopia ma realtà, raccontata attraverso gli occhi degli studenti, e soprattutto, rivalutare e dare giusta dignità e il suo giusto peso a Maria Carolina, parte attiva nonché mente di questo piano rivoluzionario sotto tutti i punti di vista, sociale, economico e lavorativo.
Era il 20 novembre 1789 quando a San Leucio si sperimentò il primo esempio di repubblica socialista della storia moderna e di realistica attuazione di quella tipica utopia idealistico–razionalista dell’epoca: l’istituzione di una Colonia ad opera del re delle Due Sicilie, Ferdinando IV di Borbone, e voluta ancor di più dalla sua regina consorte Maria Carolina d’Asburgo, in quello stesso Regno dove era fiorito l’Illuminismo del ‘700, grande fucina del pensiero politico meridionale.
San Leucio era in origine la residenza di caccia del re che, dopo la morte prematura del figlio, decise di destinare ad altro questo luogo quando i coloni che vi aveva fatto insediare crebbero di numero, diventando una piccola comunità. Fondò una colonia modello, Ferdinandopoli, posizionata nei pressi della Reggia di Caserta, dotata di autonomia economica, creandovi una seteria, una fabbrica di tessuti, strutture educative e sanitarie, con una propria legge, il Codice Leuciano, ed una struttura urbanistica organica e simmetrica.
Lo Statuto del Codice Leuciano fu voluto dalla sovrana Maria Carolina d’Asburgo-Lorena nell’ambito delle poderose riforme in tema di diritto che in quegli anni si andavano facendo nel Regno di Napoli e i cui pilastri operativi, ispirati ai principi di uguaglianza, solidarietà, assistenza, previdenza sociale, diritti umani, erano tre: l’educazione veniva considerata l’origine della pubblica tranquillità; la buona fede come prima delle virtù sociali; e il merito, la sola distinzione tra gli individui. Esso tratta alcuni dei problemi ancora oggi urgenti e dibattuti, anticipando le conquiste giuridiche in tema di libertà e benessere sociale. Ma a duecento anni da questo esperimento, ci troviamo oggi a vivere in una società che ha rimosso la memoria, fallendo la sfida della modernità.
Il territorio su cui San Leucio si impone è da troppo anni in condizioni di persistente emergenza sociale, dovuta in maniera preponderante alla migrazione delle nuove generazioni verso altri lidi. Centrale quindi il valore sociale della scuola, in particolare del Liceo Artistico che si erge a pochi passi dal Borgo, riconosciuto dall’UNESCO nel 1997, e da cui prende il nome, per la crescita personale e lo sviluppo del Paese. E il cinema, uno dei fiori all’occhiello della cultura italiana, rappresenta non solo svago o evasione ma codice comunicativo universale che può costituire per le giovani generazioni una chiave di accesso al reale, uno strumento per comprendere attraverso altre vie fenomeni che interessano la società in cui viviamo.
La scuola rappresenta, con tutte le azioni che introduce, una delle poche opportunità di apprendimento, confronto e crescita personale. La conoscenza della storia del territorio su cui insiste è essa stessa un’opportunità, date le testimonianze del Belvedere di San Leucio, dei borghi di Sala e Briano, luoghi in cui nel passato è stato possibile realizzare una politica sociale ed economica anticipatrice delle più avanzate conquiste sociali in tema di Famiglia, Proprietà ed Uguaglianza. Questo esempio potrebbe indurre i giovani al recupero di quei sani valori che porterebbero alla rinascita di beni artistici e architettonici e allo sviluppo di progetti improntati sui principi universali del bene comune.
L’obiettivo del progetto è di fornire ai ragazzi mezzi di espressione e comunicazione attraverso i quali incanalare le proprie emozioni e pensieri, riflettere sugli eventi e guardare il mondo trovando un modo per interpretarlo e, alla fine, comprenderlo, e, allo stesso tempo, utilizzare questi strumenti per valorizzare il patrimonio culturale locale in stato di abbandono con maggiore efficacia in modo da generare e stimolare identità, produzione culturale, coesione, innovazione sociale.
Il cinema e i media audiovisivi, proprio per il loro immediato potenziale comunicativo, e per la loro ontologica “popolarità”, si prestano più di altre discipline a contrastare i caratteri elitari e discriminatori ancora presenti nella cultura italiana, e a favorire l’affermazione diffusa del gusto del bello e di una compiuta democrazia culturale.
Il Codice Leuciano: ricordare i diritti attraverso il cinema è stato diviso in sei moduli, tre dei quali già svolti dai ragazzi. Nello specifico abbiamo: LABORATORIO SCRITTURA CREATIVA “Dal soggetto alla sceneggiatura per il linguaggio cinematografico”; DALLO STORYBOARD AL VIDEOBOARD: trasformare una storia scritta in una storia ad immagini; SCENOGRAFIA; LABORATORIO PRODUZIONE CINEMA/ANIMAZIONE “Dal casting al set”; IL MONTAGGIO E LA POST-PRODUZIONE; COMUNICAZIONE E DISTRIBUZIONE.
Ogni modulo prevede la partecipazione di un tutor esterno e di un tutor interno. I ragazzi fino al termine delle attività didattiche si sono impegnati in modo molto proficuo e a settembre attendono di riprendere gli ultimi due capitoli, il montaggio e la distribuzione.
Il concetto è quello di coprire l’intero iter della realizzazione di un’opera fiction dalla a alla z, avendo la possibilità di essere guidati da esperti del settore, intensificare la storia del proprio territorio e le connessioni con le proprie radici e, soprattutto, raccontare una vicenda ricca di messaggi forti e attuali, in cui le donne hanno un ruolo determinante e predominante.
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