Il Liceo “Federico Quercia” al Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani a Palazzolo Acreide

Marcianise. Tutto pronto per la partecipazione del Liceo “Federico Quercia”, di cui è Dirigente il Dott. Diamante Marotta, alla XXVIII edizione del Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani a Palazzolo Acreide (Siracusa), importante kermesse internazionale in programma tra il 12 Maggio ed il 4 Giugno 2024.

La manifestazione, con altre interessanti iniziative, è parte integrante delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa, promosse dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico. Sono 24 i giorni di programmazione con 2 mila studenti che si esibiranno sul parco di Akrai, cinque le scuole che arriveranno dall’estero: da Francia, Spagna, Grecia, Lussemburgo e Tunisia. Tutte le compagnie teatrali sono state ammesse, sulla base di una rigida selezione operata dall’Istituto Internazionale del Dramma Antico, alla competizione che prevede la messa in scena, sul palco di Palazzolo Acreide, delle opere più importanti della drammaturgia del mondo classico.

Ancora una volta, anche per quest’anno, il Laboratorio del Teatro Antico “Professoressa Antonia Iodice” del Liceo “Federico Quercia” è stato ammesso a partecipare alla prestigiosa competizione internazionale dove gli studenti, venerdì 31 maggio 2024 , alle ore 12.00, porteranno in scena la tragedia greca Ecuba di Euripide. Lo spettacolo è stato curato dal Collaboratore Vicario Prof. Pasquale Delle Curti – Tutor- e dalle Proff. Giulia Rocco e Marta Piccolo – esperte – e si avvale della partecipazione di 120 studenti del Liceo “Quercia”, selezionati nell’indirizzo Liceo Classico, ai quali sono stati assegnati ruoli differenti, ovvero attori, musicisti, ballerini, scenografi e costumisti.

“La partecipazione al Festival internazionale del Dramma Antico – ha affermato il Dirigente Scolastico Diamante Marotta – è l’esito di un percorso iniziato nel 2011. Tante sono state le tragedie e le commedie portate in scena dai nostri studenti in questi anni. Il Laboratorio di teatro antico è stato ed è un presidio formativo straordinario”.

“È una palestra doppia, questa magnifica e ineguagliabile esperienza, di cui dobbiamo andare orgogliosi – sostiene il Prof. Pasquale Delle Curti- -: è un laboratorio di creatività e cultura, di formazione umanistica dunque, ma è anche l’occasione di un lavoro di squadra che attiva dialettica e collaborazione, rispetto reciproco e obiettivo comune, introducendo in tal modo ad essere cittadini più consapevoli e attivi domani. Quella del “Quercia” è una compagnia teatrale in pianta stabile, alla quale partecipano i quali, ogni anno, danno voce ad Eschilo, Sofocle, Euripide, Plauto, Terenzio ed agli archetipi umani che questi autori hanno creato e che impregnano ancora l’immaginario collettivo di tutta la cultura occidentale”.

“È per noi fonte di grande orgoglio – hanno dichiarato le professoresse Giulia Rocco e Marta Piccolo – essere stati ammessi a partecipare ,ancora una volta ,a questa importante manifestazione. Il Laboratorio del Teatro Antico del Liceo “Quercia-rappresenta un percorso appassionante divenuto un punto di riferimento fisso e sempre più’ importante nelle attività’ del Liceo con un alto valore culturale, educativo e sociale,sia in ambito nazionale che internazionale”.

Ed ancora una volta, il Laboratorio di Teatro Antico “Professoressa Antonia Iodice” ha deciso di portare in scena una donna. Dopo lo straordinario successo di “Elettra” di Sofocle dello scorso anno, i Quercini rappresentano il dramma “ECUBA” di Euripide.

Rappresentato per la prima volta tra il 424 e il 418 a.C., il dramma “ECUBA “di Euripideracconta dell’omonimo personaggio, Ecuba, regina di Troia e moglie del re Priamo, che è ormai avanti negli anni ed è rimasta sola: la guerra l’ha, infatti, privata della famiglia e delle antiche ricchezze. Prigioniera dei Greci dopo la caduta di Troia, dopo aver appreso l’inesorabile destino della figlia Polissena, designata dagli Achei vittima sacrificale sulla tomba di Achille, scopre dell’assassinio di un altro suo figlio, Polidoro, ad opera di Polimestore, l’alleato che l’aveva ricevuto in affidamento. Ecuba si staglia sulla scena come vendicatrice dell’orrore della guerra, accompagnata dal coro delle prigioniere troiane: alletta l’assassino del figlio con la promessa di svelargli tesori nascosti, e si vendica accecandolo e uccidendogli i figli.

La rielaborazione della tragedia, operata dal Laboratorio di Teatro Antico, lascia da parte la furia vendicatrice della protagonista, propria dell’originaria tragedia euripidea, prediligendo una più approfondita lettura del conflitto tra uomini, come causa della strage di innocenti. Introduce alla tragedia un monologo ispirato al romanzo Pappagalli verdi: cronache di un chirurgo di guerra (1999) di Gino Strada, medico di frontiera, che esemplifica l’attualizzazione della tragedia di Euripide: sulle maschere di Polissena, di Polidoro e dei figli di Polimestore aleggia la memoria delle vittime dei conflitti ancora in atto. La guerra, con la turpe scia di distruzione che reca, ha da sempre mietuto le vite degli indifesi, perpetuando un’implacabile tragedia umana dall’antichità sino ai giorni nostri.

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