Capua/Villa Literno. Il Carnevale è una delle festività più celebrate in tutto il mondo, da Venezia a Rio de Janeiro, passando per Viareggio e Nizza, giungendo fino a Capua e Villa Literno.
Ogni città e paese ha la sua tradizionale sfilata di carri allegorici, fatta di maschere, coriandoli, baldoria in strada e scherzi. Anche in provincia di Caserta si festeggia il Carnevale di Capua, le cui origini si fanno risalire al 1886, uno dei carnevali più belli e folkloristici della Campania, in programma dal 16 al 21 febbraio.
Il Carnevale di Capua segue fedelmente un cerimoniale rigoroso, molto legato alla sua storia e a quella della città. Comincia ufficialmente dopo la consegna delle chiavi della città dalle mani del Sindaco Adolfo Villani o di un suo rappresentante, a quelle del Re Carnevale, il quale dopo aver recitato il suo proclama al popolo, si sofferma con il contributo dei suoi cortigiani, ad evidenziare, con pesante ironia, tutte le malefatte degli amministratori pubblici. La manifestazione inizia, nei tre giorni ufficiali, con un corteo mascherato che si snoda attraverso le vie del centro storico: il giovedì grasso, con partenza dal Piazzale della Stazione; la domenica con partenza da Via Napoli; il martedì con partenza dal largo Santa Caterina, nel cuore del centro storico.
C’è poi il Carnevale di Villa Literno, di cui è Sindaco Valerio Di Fraia, che anche quest’anno, dall’11 al 21 febbraio, ripropone carri arri allegorici alti più di 15 metri, spettacoli dal vivo e sfilate in giro per la città. Il Carnevale liternese nato nel 1985 e promosso dall’Associazione Carnevale di Villa Literno, nel corso degli anni ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale, tra cui l’abbinamento con la Lotterie Nazionali nel 2007 e il riconoscimento come ‘’Carnevale Storico d’Italia’’ dal Ministero della Cultura nel 2017. Carri allegorici anche in giro per le strade di Maddaloni, il cui primo cittadino Andrea De Filippo, e di altri comuni della provincia.
Quest’anno anche la città di Caserta, guidata da Carlo Marino, ha organizzato il suo Carnevale: domenica 12 febbraio ben 7 carri allegorici, ognuno lungo 15 metri, hanno sfilato per le strade del centro cittadino con spettacoli di animazione per i più piccoli, di musica e di ballo.
Il Carnevale è la festa più pazza dell’anno, impossibile non amarla! Tutti lo festeggiano, sono pochi quelli che conoscono il suo vero significato. Questa ricorrenza, infatti, è molto più che un’occasione per ostentare maschere e fare scherzi. Affermando che “a Carnevale ogni scherzo vale”, si vivono giorni all’insegna della sregolatezza, delle burle, delle feste in maschera, della gioia sfrenata. Non si sa da dove derivi il nome ‘carnevale’: forse da “car navalis”, il rito della nave sacra portata in processione su un carro; secondo altri da “carnes levare” (“togliere la carne”) o “carne vale” (“carne, addio”) e fa riferimento ai digiuni quaresimali, poiché il Carnevale si conclude con il martedì grasso il giorno che precede, nei paesi cattolici, il mercoledì delle Ceneri. A segnare l’inizio del periodo clou del Carnevale è il giovedì grasso, che quest’anno cade il 16 febbraio: l’espressione “grasso” indica il periodo dell’anno in cui era consentito mangiare cibi prelibati e “grassi” prima dei quaranta giorni di Quaresima di Pasqua, tradizionalmente periodo di digiuno.
A seconda dei Paesi e delle regioni italiane, il martedì grasso può assumere nomi differenti o non esistere affatto. È il caso di Milano che segue il rito ambrosiano secondo cui l’ultimo giorno di Carnevale è il sabato grasso, anziché il martedì. La tradizione fa risalire questa usanza direttamente a Sant’Ambrogio, che tardò il rientro in città da un pellegrinaggio facendo aspettare i fedeli per l’inizio della Quaresima. In questo modo il Carnevale dura di più, terminando il sabato dopo le Ceneri, allungando così di quattro giorni il periodo del “Carnevalone”. Nel Regno Unito e negli USA, invece, il martedì grasso prende il nome di Pancake Day.
L’origine del Carnevale è molto antica. Pare, infatti, che derivi dai Saturnali, delle feste pagane dell’antica Roma, durante le quali, oltre ad offrire sacrifici agli dei, si sovvertiva il normale ordine sociale, lasciando liberi gli schiavi per qualche ora, per dedicarsi a sfrenati festeggiamenti.
Il proverbio associato al Carnevale, derivato dall’antico detto latino «Semel in anno licet insanire (una volta l’anno è lecito impazzire)» è significativo. Anche le maschere derivano dall’epoca romana. Durante i Saturnali veniva eletto tra il popolo un princeps, che indossava una maschera colorata, al quale venivano temporaneamente affidati tutti i poteri. Inoltre, ognuno poteva mascherarsi per diventare chi volesse e dedicarsi ad ogni tipo di piacere. Con l’avvento del Cristianesimo, queste feste non sono state abbandonate, è cambiato il loro significato e sono diventate un momento per divertirsi prima della Quaresima.