Se l’avvio era stato duro, per le tante critiche piovute sulla squadra sconfitta da Ruvo, le due trasferte consecutive non facevano ben sperare. La JuveCaserta è stata corsara sul campo di Pescara, ha giocato un secondo tempo magistrale e ha portato a casa due punti meritati e preziosissimi. Se il crisma della perfezione non è stato raggiunto, è stata tracciata di sicuro una strada, un lavoro quotidiano che si è visto nel match. La ‘scoperta’ delle attitudini della truppa bianconera non deve meravigliare, sta ora al coach Luise cementare queste convinzioni, trasformarle in certezze, per poi aggiungere qualche altro dettaglio, come ha lui stesso sottolineato.
La gara di Pescara ha una perfetta divisione tra primo e secondo tempo. Nei 20′ di gioco che hanno aperto il match, la JuveCaserta ha palesato grattacapi non da poco su ambo i lati del campo. Un attacco sterile e privo di idee concrete, cui si associava una difesa che ha concesso tantissimo ai lunghi avversari, anche per la mancanza di un giocatore di ruolo. Coach Luise ha ruotato anche Terreni e Cortese per provare ad avere manforte nel pitturato, con risultati alterni. I cali di concentrazione, cruccio alla vigilia, si sono palesati di nuovo, con i tre parziali (10-0, 0-11 e 12-0) a testimoniare un match episodico.
Cosa salvare nel primo tempo? La voglia di una squadra di non demordere, di restare attaccata alla partita, ed in questo la voglia, la ‘garra’ di Drigo è fuori da ogni discussione. Sarebbe bello aggiungervi un plauso per Romano, che accende e spegne quel fuoco interiore, magari troverà continuità poi. Perchè poi, la JuveCaserta che adora leggere “Lo Strano Caso del Dr Jekyll e Mr Hyde” si trasforma: ed è altra storia.
Il secondo tempo vede circolazione della palla esiziale. Sperduto imbuca con continuità neanche fosse un golfista, ma aggiunge visione al gioco. Si trasforma nel “regista occulto” del gruppo che arma la mano dei compagni e allarga il campo. Contestualmente la difesa sale di giri, impedendo a Pescara di rientrare. Un secondo tempo magistrale in cui Mei e capitan Sergio portano la legna che serve, e quando serve, per tenere botta e vincere, in tranquillità.
Le parole di coach Luise a margine del match, nella settimana in cui si è aggiunto anche un nuovo sponsor, delineano a dovere il tracciato che la JuveCaserta deve seguire per poter far bene in un campionato dove salvo le prime quattro, le altre dovranno sgomitare per mantenere la categoria. Se queste sono le premesse, aver rotto il ghiaccio, specie in trasferta, può essere importantissimo:
Aver conquistato la prima vittoria alla prima trasferta è senza dubbio una notevole iniezione di fiducia per un gruppo nuovo e molto giovane. Ci dà ulteriore stimoli e forza per lavorare ancora più duramente durante la settimana, sapendo che i nostri successi passino necessariamente attraverso i continui miglioramenti.
Punti di forza e punti deboli si alternano nei bianconeri: episodi e lucidità mentale devono farla da padrone specie quando la palla pesa. E quel tiro da tre è arma o soluzione?
In questo momento, la squadra nei momenti di difficoltà prende coraggio e si aggrappa ai propri punti di forza. E per varie ragioni il tiro da fuori e più in generale il gioco perimetrale è sicuramente uno di questi. Ciò è dovuto anche alle caratteristiche dei giocatori, soprattutto di quelli più esperti. Vale però la pena sottolineare, anche al netto del discorso offensivo, di come la vera svolta della gara sia stato concedere solo 18 punti nella seconda metà di partita, di cui solo 6 nel terzo quarto. Ciò è stato possibile solo grazie ad una difesa attenta e costante sia sul perimetro che in area.
E nel ringraziare coach Luise per il tempo che ci ha concesso, vale la pena buttar lì quella voce che da più parti già incombe sulla sua JuveCaserta, ossia la generica mancanza di un play di esperienza e/o di un lungo. Parlano in maniera equivocabile le scelte di rotazione proprio del secondo tempo. Cosa ne pensa coach?
Credo che in questo momento la cosa importante è che dobbiamo aggiungere una seconda dimensione al nostro gioco, a prescindere dal ruolo e dagli interpreti, che è ovviamente quella vicino al canestro… Non ne farei un discorso di giocatori, ma soprattutto di abitudini e di mentalità. Ci stiamo lavorando e sono sicuro arriveremo al nostro obiettivo.
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