CASERTA – Le interviste di solito si iniziano con una introduzione, un focus sul momento, per poi vedere le domande e risposte scorrere in maniera fluente. Quando però ho avuto modo di ricevere le risposte di Davide Mastroianni, quello che mi è rimasto in maniera indelebile è il trasporto, l’emozione, che lo lega alla divisa bianconera. E’ facile dire che in ogni gruppo il nome scritto sul davanti è più importante di quello scritto dietro, la cosa difficile è far sì che questo assunto divenga realtà. La Decò JuveCaserta ha un roster che, gara dopo gara, sta scoprendo le sue carte, con nuovi e diversi protagonisti che si alternano sulle lastre di parquet per dare una mano alla ricostruzione di un sogno, ma quando dietro questi giocatori scorgi che oltre le vittorie e le sconfitte c’è un attaccamento alla città e alla maglia, allora bisogna approfondire.
Nel match di Pozzuoli, la premiata coppia formata da Diego Lucas e da Davide Mastroianni, ha avuto il merito di scrivere una pagina importante della storia bianconera recentissima: ribaltare un match abulico e sconnesso e portare a casa un derby sentito, di quelli in cui l’appartenenza casertana fa la differenza rispetto all’avversario, fratelli o cugini o provinciali che siano. Da qui ecco l’intervista a un ragazzo che sa farsi trovare pronto, partita dopo partita, a dare una mano ai compagni, al sacrificio sul campo e a fare piccole cose che spostano e non poco gli equilibri. Non sempre sono i punti che vanno a referto a decidere la gare, tuttavia se come in quel di Monterusciello ne arrivano 18 che sono decisivi, beh, è tutto grasso che cola. Partiamo quindi con le domande a Davide, ma iniziamo dalla fine, da un’emozione che percorre ogni sua parola e che altrimenti non sarebbe chiara.
Cosa significa per te che sei casertano indossare questa maglia e cosa vuoi dire ai tifosi in vista della gara di domenica vs Teramo?
Indossare la maglia della squadra della mia città è da sempre stato un mio sogno, fin da bambino. Sono onorato di poterlo fare adesso e mi sento di ringraziare coloro che mi permettono di vivere questo sogno, in particolare il presidente Farinaro, l’allenatore Luise e non ultimo Nando Gentile. Voglio invitare tutti i nostri tifosi ad essere numerosi al palazzetto domenica: rappresentano un fattore fondamentale per noi, vogliamo che continuino a gioire e soffrire insieme a noi. Sempre forza JuveCaserta!
Un passo indietro e siamo al match di Pozzuoli, nel quale l’approccio è stato particolarmente difficile ma che poi ha visto la vostra grande riscossa nella ripresa: quanto ha inciso giocare a porte chiuse?
Parecchio. Siamo abituati all’incitamento dei nostri tifosi, che quando giochiamo in casa rappresentano il nostro sesto uomo in campo. Da qui è derivato un approccio “soft” nella prima parte della partita. Siamo però riusciti ad aumentare l’intensità del gioco nella seconda parte della partita, a trovare le nostre sicurezze anche in un ambiente del genere e quindi a portare la vittoria a casa, cosa che conta.
Quando è servita la spallata finale hai imbucato continuamente e ti sei fatto trovare pronto: quale il segreto del tuo ruolo da specialista?
Era una gara difficile e a noi mancava sicuramente un giocatore fondamentale del roster come Nicola Mei, che è un giocatore espertissimo della categoria, di quelli che fanno la differenza. C’era bisogno e mi sono fatto trovare pronto, punto. Ovviamente devo ringraziare la fiducia che mi ha dato tutto lo staff e soprattutto i miei compagni di squadra. Quando entro in campo, normalmente il mio ruolo è quello di portare energia, soprattutto in difesa, in attacco ricopro un ruolo “marginale”, pagando di inesperienza. Siamo un bel gruppo in cui ognuno fa il suo e se in attacco poi
abbiamo giocatori di un determinato calibro quali Alessandro Sperduto, Diego Lucas e anche Mathias Drigo…
La JuveCaserta è al secondo posto in classifica, che è frutto del tanto lavoro che c’è in settimana: dove può arrivare questa squadra?
Il duro lavoro che viene svolto giorno dopo giorno sta ripagando
sicuramente. Bisogna continuare su questa strada e limare gli errori che ancora oggi vengono commessi in partita a causa della giovane età di molti di noi. Umili ma ambiziosi.