Caserta. Un inizio di campionato difficile, un debutto contro la prima della classe che denota solo i limiti, di una squadra brutta, lacunosa e surclassata dal nemico. Neanche la migliore delle pellicole natalizie potrebbe iniziare in maniera così abbattuta, come la tormenta di neve o il Grinch che minacciano il Natale. Doveva essere, o meglio poteva essere, un campionato difficile, invece Natale è giunto, quei ragazzi con la canotta bianconera sono al secondo posto e tutto sembra diverso, maledettamente. Non credo nei miracoli sulla 34 strada, né alle poltrone per due, né tantomeno alla magia di un periodo dell’anno in cui la palla non romba sul parquet, nonostante questo magnifico gioco sia stato creato e pensato proprio per il freddo. Credo tuttavia che se questa squadra è arrivata fin lì, è merito di un gruppo che ha lavorato coeso, dal primo all’ultimo dei suoi elementi, che non ha avuto paura e che è cresciuto giorno dopo giorno, che con merito ed anche un pizzico di fortuna si ritrova ora a guardare l’alta classifica, e che di sognare non ha intenzione di smettere. Essenziale ed efficace, come i suoi tiri in uscita dai blocchi, spesso con fallo subito, Alessandro Sperduto riassumeva qualche settimana fa in un post su instagram: “Insieme”.
Doveva partire per un campionato tranquillo, in cui la salvezza fosse un obiettivo anche difficile da raggiungere. La batosta subita ad Avellino in Supercoppa, i problemi a rimbalzo contro Ruvo di Puglia all’esordio, avevano fatto suonare più di qualche campanello d’allarme. Coach Luise ci aveva visto lungo, predicava calma e gesso, provava le difese in vario modo e le sue ragnatele in cui ingabbiare l’avversario, ed il suo lavoro ha pagato i dividendi. Se c’è un primo motore di questo gruppo, di sicuro il suo allenatore è un elemento centrale. Senza entrare nel tecnico, ha sempre predicato pallacanestro, ha fatto in modo che la sua squadra fosse preparata al sopra e al sotto-ritmo, ha sfruttato al meglio le caratteristiche dei singoli e non si è mai tirato indietro se vedeva che c’era da togliere dal campo anche il miglior realizzatore in campo. Magari questi se ne è lamentato, ma lui è rimasto fermo nella sua posizione, col maglioncino blu e le braccia conserte, e ha avuto ragione. Lavoro frutto di fiducia e tanto allenamento, ed avendo avuto la fortuna di poter assistere a qualcuna delle sessioni aperte al pubblico, ho potuto constatare di persona la precisione nel cercare la perfezione, nel non trascurare nessun dettaglio, che ognuno degli assistenti e dei preparatori non smette di lesinare.
I giocatori, poi, un crescendo degno delle note di “Live is Life” che li accompagna al loro ingresso in campo. La vittoria di Pescara arrivata con un secondo tempo fatto di soli tiri da tre (e di una difesa sottovalutata), la bruciante sconfitta sul tiro di Morici da metà campo a Roseto, il devastante secondo tempo contro Taranto e la missione di Sperduto e compagni ad Avellino in un derby dominato. E poi l’inizio del ciclo di partite e soprattutto dei finali da crepacuore: Sant’Antimo senza segnare nell’ultimo minuto e mezzo, la trasferta a Pozzuoli risolta dalla panchina nella ripresa, Teramo senza segnare negli ultimi 2 minuti e mezzo, Sala Consilina sfidata al tiro da tre e mai doma, il +18 sprecato contro Monopoli, il supplementare ed il giro di danza di Mei sulla sirena, la Juve dello showtime (cit. Alessandro Aita) contro Corato. Sono otto le vittorie consecutive, un risultato di altri tempi, prima della sconfitta a Cassino e della convincente vittoria con Bisceglie. Coincidenze, non lo crediamo. In questo record di 10 vittorie e 3 sconfitte c’è un mare in cui ognuno ha portato qualcosa, un mondo da scoprire e che vale la pena analizzare nel dettaglio.
Partiamo dal capitano, Biagio Sergio. Sempre al servizio dei suoi compagni, uno di quei giocatori da lavoro sporco, che fa il suo e aiuta i compagni, specie in difesa, dove aiuta forte, sgomita, uno di quelli che si beccano il tecnico se pensa di avere ragione, che se battezzato dall’arco è una sentenza, che fa pentole e coperchi, che guida la sua squadra con carisma e personalità. Un leader silenzioso, la cui mano è sempre protesa, semmai ce ne fosse bisogno.
Eugenio Cortese, dinamite pura. Non c’è una statistica che analizza questo dato, ma rimbalzi per minuti giocati lo vedrebbe primo e con tanto margine sul secondo piazzato. Porta energia, porta entusiasmo, ha il tritolo nelle gambe e può volare oltre il ferro. Fisico pazzesco e tanta generosità, è tutto quello che manca spesso al settore interno bianconero, ha un sorriso a 32 denti e la giovialità di un ragazzino che si diverte a fare ciò che fa.
Vittorio Visentin è arrivato a stagione in corso, con lui a referto una sola sconfitta, quella di Cassino, e quindi non può non essere un portafortuna. Un gigante buono, di quelli che fanno della bontà d’animo e dello spirito di condivisione il proprio pane quotidiano. Non il classico rim protector ma il perfetto pivot da mano morbida e piedi veloci che si integra in questa squadra. Aveva punito Caserta ai tempi di Nardò, speriamo punisca gli avversari con egual moneta.
Raffaele Romano è uno di quei ragazzini terribili che scappano un po’. Devastante fisicamente e dotato di grande capacità di salto e di scivolamento, ha tutti i mezzi per essere un giocatore che sposta gli equilibri. Ha avuto qualche problemino fisico che ne ha limitato il minutaggio, ma ha saputo farsi ricordare per ogni secondo in cui è stato sul parquet.
I nuovi dioscuri della pallacanestro casertana. La definizione la dà il consigliere Francesco Apperti, che così si riferiva qualche giorno fa a Davide Mastroianni ed Antonio Cioppa. Sempre in coppia, come Bonnie e Clyde, impossibile non citare l’uno senza l’altro. Quanto a Davide, sarebbe impossibile dire tutto, ma basterebbe porsi una domanda: può un piccolo essere il miglior rimbalzista della squadra? Se ci metti agonismo, passione e voglia, la risposta può essere affermativa, se a ciò si aggiunge una spiccata capacità difensiva, il più è detto. Per il resto chiedete ai Lions Bisceglie. Quanto ad Antonio è una versione di un android basketball non da poco. Canestri pesanti, estro e personalità, freddezza e lucidità sul campo che nascondono il cuore del guerriero. Non sappiamo se saranno i nuovi Enzino e Nando, ma sperarlo è di sicuro gran cosa. Per lui non c’è una singola foto che lo rappresenti, ma il suo ruggito sotto lo spicchio di curva che canta il suo nome può parlare da solo.
Diego Jordan Lucas, non il vostro classico playmaker. Imbattibile quando va col suo primo passo, anklebreaker per l’arresto e tiro, sentenza quando si accende. Si era beccato le migliori critiche dopo le prime tre uscite, è diventato un punto fermo dell’attacco bianconero. In serate in cui non girava nulla, in quei blackout che attanagliano questa squadra, si è preso responsabilità ed attacco sulle spalle, e le ha portate a casa. Quel lay up impossibile, in mezzo alla difesa di Sala Consilina, quando non entrava nulla del canestro è la foto che si sceglie per mostrare chi è Diego Jordan Lucas, uno di quelli più visibili anche in città, bandana in testa e monopattino elettrico a manetta.
Mathias Drigo è quel giocatore che vorresti sempre al tuo fianco e mai contro. Al di là del fatto che può risolvere la partita con parecchi tiri a sua disposizione, è uno di quelli che se non entra il tiro si mette anima e corpo a fare altro. Ha annientato Bisceglie con triple che sembravano fuori schema, ha preso rimbalzi e falli tecnici con quella sua garra e quella voglia indomita che lo rendono un lungo speciale, che alla schiacciata preferisce il feedaway, che se si accende dalla lunga distanza, come abbiamo avuto modo anche di dirgli, sembra Dirk in missione.
Nicola Mei, che non chiameremo veterano per evitare la sua ira dantesca. Sempre col sorriso, ha giocato per un mese e mezzo con uno scafoide lesionato, ha continuato a macinare triple e canestri impossibili con la nonchalance di chi prende la valigia e va in ufficio al mattino. Dedito ad essere allenatore in campo e fuori con i suoi compagni, ha mostrato che oltre al talento cestistico ben potrebbe offrire al palcoscenico i suoi servigi. Piroetta e tiro in pliè su una gamba sola contro Monopoli per gli addetti ai lavori, chitarra e voce armoniosa per chi lo segue fuori dal parquet. Ha fatto di tutto e continuerà a farlo.
Il presidente Farinaro, la società, Nando Gentile, Carlo Giannoni e chiunque faccia parte di questa franchigia. Ogni dettaglio è stato perfetto, sembra essere tornata la magia di una squadra storica, con i tifosi che sognano il ritorno in serie A e il brand JC che torna a farsi leggere, anche col supporto di sponsor locali e non. Ble e Decò come Main, Adidas come quello tecnico, a cui si aggiungono quei piccoli e grandi imprenditori locali che fanno il loro. A tutti va un grazie, se poi il presidentissimo si è anche vestito da Santa Claus e ha portato all’ombra della reggia anche Klaudio Ndoja, avversario di mille battaglie quando vestiva la casacca di Brindisi, allora non si può che festeggiare.
Dimenticato qualcuno? Ah sì, colui che ha ispirato questo articolo e che ha riportato la passione per un certo tipo di basket sulle frequenze casertane. Alessandro Sperduto finisce a Caserta dopo la scomparsa EuroBasket Roma ed arriva come un realizzatore puro. Dote che non ha mai smesso di mostrare. Eppure, oltre ai canestri e falli subiti, a quelle uscite dal blocco piedi per terra, ai liberi decisivi ed alle prestazioni balistiche offerte, partita dopo partita, ha aggiunto altro a chi lo stava a guardare. Rimbalzi, assist e capacità di sacrificio, anche in difesa, dove è parecchio sottovalutato. È il collante di un gruppo, ed è da lui che parte tutto questo articolo.
Perché la somma di tutti questi spezzoni, è un #INSIEME che ha generato vittorie e tanto entusiasmo, di un gruppo che è vivo nel contatto con i tifosi e che, anche seduto ad un tavolo apparecchiato e con un calice di vino in mano, sa dare spettacolo, nonostante il giorno dopo Coach Luise faccia fare doppia seduta, tra l’altro anche aperta alla collettività. Ancora una volta, se c’è da parlare di spettacolo, il Veterano Mei interviene ficcante, fianco a fianco con il Dioscuro Cioppa, sintetizzando: #SCIOLOLO. Buon Natale JuveCaserta, buon 2023, continua a farci sognare perché come cantava la curva contro Bisceglie, un giorno, #RitorneremoInSerieA.