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Basket

Juvecaserta, la ricetta di Biagio Sergio: importante la carica del pubblico

Caserta. Saranno tanti i chilometri che la Ble Decò Juvecaserta 2021 dovrà macinare nel prossimo futuro. Lunghe trasferte su e giù per la penisola, problematiche logistiche temporanee anche per le gare casalinghe e gli allenamenti e a ciò, non certo in ultima battuta, si aggiunge un livello delle avversarie abbastanza competitivo.

Questo campionato tuttavia, rappresenta però anche la nuova via tracciata dal presidente Francesco Farinaro per scrivere una nuova storia, un nuovo domani per il sodalizio bianconero.

La stagione è appena iniziata, le milestones da mettere lungo il tragitto sono ancora tante e per raccontare questo viaggio, è nata l’idea di Juvecaserta on the road, il nuovo format dell’intervista settimanale che apparirà sul sito www.juvecaserta2021.it in formato testuale e a mezzo social, sulle pagine Instagram e Facebook, anche nel formato video, per provare a far salire a bordo tutti i tifosi e spingere la squadra verso nuovi orizzonti.

Tanti saranno i protagonisti bianconeri di questo format, non solo gli atleti, ma anche i dirigenti, i coach e lo staff tutto, per piccolo pillole della quotidianità bianconera che si uniranno alla storia del passato di questa squadra, a facezie e commenti tecnici, unite ad un taglio squisitamente letterario tratto liberamente dalle pagine di Kerouac, che vuole mostrare e descrivere questa nuova esuberanza giovanile casertana, imprescindibile per il sostegno alla squadra.

Questo il primo capitolo, con l’intervista a Biagio Sergio, il capitano.


Biagio Sergio

  • Sono iniziati da poco questi primi allenamenti, sul parquet si vedono nuovi e vecchi volti, ma come si cementa una nuova squadra?

Come tutti gli anni, questa forse è una delle parti più belle della stagione, dove si fanno nuove conoscenze o, come nel mio caso, si incontrano nuovamente qualche vecchio amico come Paolo (Paolo Paci ndr) ed è un momento cruciale. Prima che gli atleti, è necessario mettere insieme le persone e per cementare la squadra serve innanzitutto avere sani valori e metterli al servizio del gruppo e ancor di più avere rispetto di ciascun compagno di squadra. Bisogna imparare a soffrire insieme sul campo perché come l’anno scorso ha dimostrato, la vera forza di un team si vede quando ci sono dei momenti di difficoltà. Abbiamo iniziato con qualche allenamento, poi ora con la parte fisica che inizia a far soffrire un po’ ma devo dire che sono davvero questi i momenti in cui una pacca sulla spalla inizia a creare quella che sarà il gruppo di domani.

  • E quali sono le emozioni che si provano ad indossare questa maglia, a far parte della Juvecaserta e della sua storia? Come si fa a trasmettere tutto questo a chi arriva in città per la prima volta? Ci vuole tanta umiltà e dedizione al lavoro.

Noi ricopriamo un ruolo forse difficile rispetto a quello che è stato un così glorioso passato, perché dobbiamo far avvicinare le nuove leve di tifosi, non far allontanare la vecchia guardia che magari in qualche periodo sono state critiche nei nostri confronti, però questo è anche il bello di fare questo lavoro, di praticare questo sport. È vivere un’emozione che fa alimentare la fiamma della passione e di una città che ha questa storia. Ci sono oneri e onori, ma tutti ci prendiamo volentieri entrambi.

  • Stagione agli inizi e c’è già la consapevolezza che si viaggerà tanto, per l’Italia ma anche in Campania, con nuovi soluzioni logistiche da scoprire passo dopo passo: come si preparerà il gruppo a questa nuova sfida?

Nelle sofferenze sia di squadra che logistiche per la tifoserie, si deve creare un gruppo e sappiamo bene che avremo queste difficoltà legate agli impianti, ai palazzetti, oltre alle trasferte in giro per l’Italia. Ma se la serie “Scugnizzi per Sempre” ci ha mostrato qualcosa di vero e se la passata stagione ci ha insegnato qualcosa in termini di risposta da parte del nostro pubblico, credo vivamente che tutti ci seguiranno e che queste difficoltà diventino la nostra forza. Noi lo faremo in campo cercando di essere più bravi del fattore campo, che se ci si pensa è una cosa astratta, ma che può diventare reale se il pubblico sostiene la squadra e la aiuta col suo calore, come abbiamo visto nella scorsa stagione.


 

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